Dipendere significa avere bisogno, necessità, di qualcuno o qualcosa per soddisfare una propria esigenza vitale: un benessere fisico o un equilibrio psicologico. Esistono dunque sia dipendenze sane che dipendenze patologiche. Sane e naturali sono, ad esempio, la dipendenza dall’aria, dall’acqua, dal cibo, dalle relazioni sociali, dagli affetti familiari, dalla vita spirituale, nella misura in cui tutto ciò ci consente di poter vivere e accrescere la nostra interiorità. Patologiche sono quelle dipendenze che, viceversa, diminuiscono o annullano il controllo su noi stessi, compromettendo gravemente la qualità della nostra vita e quella altrui. Tali dipendenze causano una perdita di controllo sulla capacità di scegliere, di saper dire no. Di questo tipo sono le dipendenze da sostanze e da oggetti (alcool, droghe, farmaci, beni di consumo, tecnologia), le dipendenze da persone (genitori, parenti, partner amorosi o sessuali, capi carismatici) o da situazioni (sesso, trasgressioni, eccessi, atteggiamenti a rischio, ecc).
DIPENDENZE
La dipendenza patologica s’instaura quando si ricorre sistematicamente ad esperienze fuori dall’ordinario, stordenti o eccitanti, per evitare ansia, panico o depressione, per riuscire a mettersi in relazione con gli altri, per provare emozioni significative nei confronti della realtà o di se stessi, per mantenere un equilibrio psicofisico, per sentirsi all’altezza delle situazioni di vita e di lavoro. Le principali manifestazioni della dipendenza da sostanze ( tossicodipendenza o alcoldipendenza ) rientrano in un quadro sintomatologico costituito da sintomi psico-cognitivi, fisiologici e comportamentali correlati all’uso ripetuto di una certa sostanza, che incidono patologicamente sulle varie sfere vitali dell’individuo. Le sostanze psicoattive o psicotrope comunemente dette droghe sono sostanze farmacologicamente attive, in cui è presente un agente chimico che produce effetti sull’organismo, alterando e modificando le normali funzioni biologiche, psicologiche e mentali. Tutte le droghe agiscono sul cervello, modificando il tono dell’umore, i processi cognitivi (vigilanza, attenzione, memoria), la percezione sensoriale (visiva, uditiva, corporea) ed i comportamenti; inoltre provocano temporanee, ma spesso irreversibili, modificazioni delle funzioni cerebrali. L’ assunzione di droghe provoca effetti a breve e a lungo termine, da pochi minuti a diversi mesi. Tali effetti variano da persona a persona e ciò è dovuto, sia al tipo di sostanza assunta, che alla costituzione fisica e psicologica dell’assuntore. Esiste quindi una vulnerabilità personale che determina i maggiori o minori danni che esse possono produrre.
Anche la dipendenza da comportamenti o oggetti, seppur in assenza di sostanza, afferendo allo stesso circuito neurobiochimico, sviluppano un quadro identico: comportamenti di per sé innocui, addirittura in larga parte quotidiani, familiari e comuni alla maggior parte delle persone, che diventano però problematici dal momento in cui l’individuo non riesce più a gestirli e quindi a farne a meno. Anche in questo caso ci troviamo dinanzi ad un processo progressivo che conduce –attraverso fasi di abitudinarietà, di assuefazione e di abuso– fino ad una vera e propria dipendenza, ossia ad un comportamento di tipo compulsivo che determina e scandisce rigorosamente ogni momento della giornata, e dunque dell’esistenza tutta, di coloro che ne sono affetti.
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